Trilogia di Lehmann_invito

Mercoledì – 05 novembre 2014 – ore 18.00

Un drammaturgo seriale: dal ‘Trittico delle gabbie’ a ‘Lehman trilogy. I capitoli del crollo’

Stefano Massini

 

Il 29 Gennaio si terrà a Milano, al Piccolo Teatro, la prima dello spettacolo di Stefano Massini, “The Lehman Trilogy – I capitoli del crollo”, per la regia di Luca Ronconi. Sarà, in perfetto stile ronconiano, uno spettacolo-monstre: diviso in due serate, di circa tre ore ciascuna. Intanto è uscito da Einaudi, con una premessa dello stesso Ronconi, il testo dell’opera, ultima fatica di Massini, che si è imposto ormai come il drammaturgo prodigio della scena Italiana contemporanea. Coerente con la sua strategia rigorosamente antidivistica, Stefano Massini – che pure del ‘divo’ teatrale avrebbe tutte le caratteristiche – è stato al centro di una delle serate di SpazioA, il 5 novembre, condividendo con la sua consueta affabilità lo stile amicale del luogo. Erano convocati a parlare del suo percorso teatrale, e della sua ultima opera, il critico e organizzatore teatrale Andrea Nanni e l’economista Luca Bagnoli; solito moderatore, Riccardo Bruscagli. Nanni ha esattamente situato la drammaturgia di Massini in una dimensione di naturale consonanza col magistero teatrale e con la poetica di Ronconi: ovvero all’incrocio di una audacia sperimentale addirittura sconcertante, e allo stesso tempo di una naturale, efficacissima comunicativa scenica. Nessuno come Massini, in questo senso, è capace di fare oggi, in Italia, un teatro insieme di contenuti, teatralmente avvincente, e spesso formalmente sorprendente (Massini è stato capace di fare scena con testi tipicamente non-drammaturgici, come nel caso di ‘alfabeto birmano, o dei testi giornalistici della Politevskaja). D’altronde anche la trilogia Lehman si pone su questa linea, osando fare drammaturgia di  contenuti tipicamente riservati alle colonne delle cronache finanziarie. Da questo punto di vista, la serata si è giovata dell’intervento di Luca Bagnoli, che ha letto la trilogia da economista ma soprattutto da semplice fruitore, avvinto dalla storia di un crollo finanziario descritto come una parabola tipica di ‘smaterializzazione’ economica, e quindi, drammaturgicamente, di rarefazione di situazioni e di personaggi.  Ma bella, intima nella sua franchezza e nella saporosa aneddotica, è stata soprattutto la testimonianza di Massini: che ha guidato chi lo ascoltava attraverso la carriera di un ragazzo divenuto un grande drammaturgo, con la semplicità di chi stava descrivendo un destino. Un destino, come accade, fatto tanto di coincidenze miracolose quanto della forza inconsapevole di una grande vocazione: un padre cinefilo, una madre melomane, un servizio civile da riempire, nel tempo libero, di qualche attività congeniale; la fortunata collaborazione con un regista israeliano favorita dalla non usuale conoscenza dell’ebraico ( a sua volta derivata da altre coincidenze peregrine…), il coraggio di interrompere una prova di Ronconi, la compilazione di un diario di prove tutto sbagliato, il battesimo un po’ paradossale di un  grande Maestro: ‘Questo diario, come diario, non mi serve a nulla [l’espressione originale era più colorita]; però è già un bel testo drammaturgico…’. Quel Maestro era, ancora una volta, Ronconi. Adesso il 29 Gennaio il cerchio si chiude (per ora): in una festa del teatro – e del genio fiorentino. SpazioA è felice di aver potuto approfittare di un’anteprima così preziosa e così divertente.

Riccardo Bruscagli


Wednesday – nov 05th 2014 – 6.00 pm

Un drammaturgo seriale: dal ‘Trittico delle gabbie’ a ‘Lehman trilogy. I capitoli del crollo’

Stefano Massini

 

Debuting on January 29, in Milan at the Piccolo Teatro, Stefano Massini’s “The Lehman Trilogy – I capitoli del crollo”, directed by Luca Ronconi. In perfect Ronconi style, this is a behemoth play: split over two evenings about three hours each. The play text has been published by Einaudi with an introduction by Ronconi. The work is the latest effort by Massini who has established himself as the playwright prodigy of the contemporary Italian scene.  Keeping with his strictly “anti-diva” approach, Stefano Massini — despite having all the characteristics of a theater “divo” — was the focus of an evening at Spazio A on November 5, lending his usual affability to the place’s friendly style. The critic and theater organizer Andrea Nanni and the economist Luca Bagnoli were invited to discuss his theater career and his most recent piece, with Riccardo Bruscagli moderating, as usual. Nanni situated Massini’s drama in a dimension of natural accord with Ronconi’s theatrical teachings and poetics, specifically at the intersection of an experimental approach so daring it verges on disconcerting, while simultaneously highly effective and natural in its communication on stage. No one in Italy manages as well as Massini, in this sense, to create theater that brings together compelling drama in an often unexpected form (Massini managed to stage typically non-dramatic texts, like the “Alfabeto Birmano” and Politevskaja’s journalism). The Lehman Trilogy is in line with these works, daring to make theater of contents typically reserved for the columns of financial news. The evening benefited from Luca Bagnoli’s contribution on this point, as he interpreted the trilogy both as an economist and a simple spectator, enthralled by the story of a financial collapse described as a parable of economic “dematerialization,” which in terms of playwrighting means creating rarefied situations and characters. Massini’s talk was a high point, personal in its frankness and anecdotal quality. He took the audience through the career of a young man who became a major playwright, with the simplicity of someone describing fate. As it often the case, this fate was made up of a lot of miraculous coincidences along with the powerful knowledge of a true vocation. His father was a movie lover and his mother a music lover. There was his civil service to fill with some pleasant pastimes; there was a fortuitous collaboration with an Israeli director, helped along by his rare knowledge of Hebrew (which in turn came out of other mindboggling coincidences…). There was his courage to interrupt one of Ronconi’s rehearsals, his compiling an absolutely wrong rehearsal diary, and the rather paradoxical baptism by a great teacher: “This diary, as a diary, isn’t worth anything to me [the original expression was more colorful]; but it’s a great dramatic text…” Once again that teacher was Ronconi. And now on January 29 the circle is complete (for now) with a festival celebrating theater and a Florentine genius. Spazio A is delighted to have been able to take advantage of such an excellent, entertaining preview.

Riccardo Bruscagli