5+1AA_invito_02

Venerdì – 12 dicembre 2014 – ore 17.15

Costruire l’architettura: 5+1AA

Gianluca Peluffo – 5+1AA

Thauma è per Aristotele la causa di ogni aspirazione umana alla conoscenza. Di solito la si traduce con “meraviglia” o “stupore”. Ma nell’area semantica di questa densa parola c’è il significato di “terrore”. Ed è questo il suo senso profondo. Chi prova thauma – mostra appunto Aristotele – «riconosce di non sapere» [Metafisica, 982b, 15-20]. Ma perché terrore e sapere s‘implicano? È l’imprevedibilità in cui il divenire consiste la radice del terrore.

«Stupore come meccanismo di conoscenza» – ci ha detto Gianluca Peluffo – è ciò che i 5+1AA mirano a creare con le loro architetture. Ed è in questa chiave che «affrontano il tema della contemporaneità». Una «messa in forma della realtà» nella sua concreta consistenza materica. Si muovono perciò, i 5+1AA, in direzione contraria ad altre declinazioni del tema, miranti a esprimere lo spirito del nostro tempo attraverso una simbolica smaterializzazione dell’architettura.

Questa divaricazione è uno dei modi in cui si manifesta l’esito della speculazione filosofica inaugurata dai greci. Il greco ha evocato il senso estremo del terrore: l’uscire e il ritornare nel niente di tutte le cose dell’esperienza sensibile. (Si noti che il niente come origine e destinazione è assoluta inconoscibilità). E insieme hanno concepito il rimedio altrettanto estremo: l’Essere eterno che del divenire si vorrebbe fosse origine e regolazione. Proprio perché immutabile è questa l’unica dimensione della realtà su cui si possa fondare una scienza incontrovertibile (episteme), ossia “filosofia”: certa liberazione dal terrore, sicura donazione di felicità.

La speculazione filosofica degli ultimi due secoli ha messo definitivamente in luce l’incoerenza tra l’indubitabile mutare delle cose e la supposta dimensione immutabile che ne sarebbe condizione e legge. Un tale dominio metafisico, se esistesse, finirebbe per negare l’esistenza del divenire, da quella stessa teoresi già riconosciuto – nel modo più radicale e inaudito – come assoluta evidenza.

Ciò che chiamiamo “contemporaneità” consiste nel progressivo coerentizzarsi di pensiero, azioni e opere al divenire come totalità della realtà. La volontà di simboleggiare l’immaterialità, in architettura come in altre arti, è la pura e semplice presa d’atto, in forma di suggestione, del solo esito negativo cui giunge il pensiero contemporaneo rispetto alla tradizione filosofica, dove le cose si riducono a un “niente”.

Riflessioni e sperimentazioni come quelle dei 5+1AA tentano di portarsi oltre l’esito negativo. Lo sguardo non si lascia catturare dell’astrazione in cui consiste l’uscire e il ritornare nel niente delle cose ed è invece orientato al concreto variare delle relazioni tra di esse. L’architettura dei 5+1AA è un dar forma alla realtà attraverso la giustapposizione di volumi, geometrie e colori, volta a volta differente. E, insieme, giustapposizione di riferimenti a opere poetiche, figurative, architettoniche, speculative di una molteplicità di autori e di arti. Lo stupore non è più il terrore generato dall’astratto oscillare tra l’Essere e il Niente, ma l’infinita mutevolezza del senso delle cose determinata dall’inesauribile variare del loro relazionarsi.

È così che Marco Casamonti, commentando la corposa carrellata di progetti esposta da Peluffo, ha potuto evocare l’immagine del porto. Una città portuale qual è Genova, patria adottiva dei 5+1AA, è infatti il luogo dove – come già notava Kant per la sua Königsberg – si può girare il mondo, sperimentandone la ricca variabilità di nessi e di senso, senza doversi spostare.

Ciò che chiamiamo “contemporaneità” consiste nel progressivo coerentizzarsi di pensiero, azioni e opere al divenire come totalità della realtà. La volontà di simboleggiare l’immaterialità, in architettura come in altre arti, è la pura e semplice presa d’atto, in forma di suggestione, del solo esito negativo cui giunge il pensiero contemporaneo rispetto alla tradizione filosofica, dove le cose si riducono a un “niente”.

Riflessioni e sperimentazioni come quelle dei 5+1AA tentano di portarsi oltre l’esito negativo. Lo sguardo non si lascia catturare dell’astrazione in cui consiste l’uscire e il ritornare nel niente delle cose ed è invece orientato al concreto variare delle relazioni tra di esse. L’architettura dei 5+1AA è un dar forma alla realtà attraverso la giustapposizione di volumi, geometrie e colori, volta a volta differente. E, insieme, giustapposizione di riferimenti a opere poetiche, figurative, architettoniche, speculative di una molteplicità di autori e di arti. Lo stupore non è più il terrore generato dall’astratto oscillare tra l’Essere e il Niente, ma l’infinita mutevolezza del senso delle cose determinata dall’inesauribile variare del loro relazionarsi.

È così che Marco Casamonti, commentando la corposa carrellata di progetti esposta da Peluffo, ha potuto evocare l’immagine del porto. Una città portuale qual è Genova, patria adottiva dei 5+1AA, è infatti il luogo dove – come già notava Kant per la sua Königsberg – si può girare il mondo, sperimentandone la ricca variabilità di nessi e di senso, senza doversi spostare.

Francesco Ventura


Friday – dec 12th 2014 – 17.15 pm

Building the architecture: 5+1AA

Gianluca Peluffo – 5+1AA

Aristotle considered Thauma to be the cause of all human yearning for knowledge. The term is usually translated as “wonder” or “amazement.” But this semantically dense word also encompasses the meaning “terror.” And this is, indeed, its deeper meaning. Those who feel thauma — as Aristotle demonstrates — “recognize they do not know” [Metafisica, 982b, 15-20]. But why do terror and knowledge imply one another? The root of terror is in the unpredictability of becoming.

As Gianluca Peluffo told us, “Wonder is a mechanism of knowledge.” And it is what 5+1AA strive to create with their architecture. This is their approach to the “theme of the contemporary age.” This is a “shaping of reality” in its tangible material substance. However, 5+1AA moves in the opposite direction of other explorations of the theme that seek to convey the spirit of our age through the symbolic dematerialization of architecture.

This difference in direction is one way in which it expresses the outcome of the philosophical idea started by the Greeks. The Greek evokes the extreme sense of terror, leaving and returning from the nothingness of all things of sense experience. (Note that nothingness as origin and destination is absolute unknowability). The Greeks also conceived an equally extreme remedy: the eternal Being of which becoming would be the origin and rule.  Because it is immutable, this is the only dimension of reality that can be based on an incontrovertible science (episteme) or “philosophy”: certain liberation from terror, a sure gift of happiness.

The philosophical speculation of the last two centuries has definitively revealed the inconsistency between the unquestionable changing of things and the supposed unchangeable dimension that would be its condition and law. If such a metaphysical domain existed, it would end up negating the existence of becoming based on the same theoretics already recognized as absolute proof in the most radical, original way.

What we call “the contemporary” is thought, actions and works made progressively cohesive in the becoming like the whole of reality. The desire to symbolize immateriality — in architecture and other arts — is the pure, simple realization in the form of a suggestion of the only negative outcome that contemporary thought reaches in relationship to philosophical tradition, in which things are reduced to a “nothingness.”

Ideas and innovations like those of 5+1AA seek to go beyond the negative result. The gaze does not let itself be captured in the abstraction in which the leaving and return from nothingness. Instead it is oriented to the concrete variation of the relationships between these things. 5+1AA’s architecture is about giving form to reality through the juxtaposition of volumes, shapes and colors, different every time. It is also a juxtaposition of references to poetic, figurative, architecture and speculative works of a multitude of artists and arts. Wonder is no longer the terror created by the abstract oscillation between Being and Nothing. It is the infinite changeability of things determined by the inexhaustible variation of their relationships.

As such, Marco Casamonti evoked the image of the port as he commented on the copious collection of projects that Peluffo presented. A port city like Genoa — 5+1AA’s adopted home — is a place where you can travel the world and experience a diverse wealth of connections and meanings, without having to go anywhere (as Kant said of his Königsberg).

Francesco Ventura